Cantare insieme per camminare nella Carità
“Chi canta, prega due volte” afferma Sant’Agostino.
Ed io mi prendo la libertà di aggiungere una parte a questa importante citazione:
“Chi canta in coro, prega ancor più volte”.
È un po’ questo il riassunto della storia del nostro piccolo gruppo corale, non lo posso chiamare coro, perché un coro si ritrova settimanalmente o ogni quindici giorni, canta a diverse ricorrenze e propone eventi e concerti; il nostro non è così, il nostro è un gruppo di giovani, e meno giovani, che si è trovato per caso, anzi no per Amore, a cantare insieme durante convegni della Carità o iniziative proposte dalle suore di Maria Bambina.
Così bello e motivante risultava cantare insieme, che abbiamo deciso di affinare qualche brano, crearci un nostro stile e continuare a pregare insieme, cantando. Qualche amico ci ha sentito ed ha pensato di invitarci per il giorno del matrimonio. E così, da cosa nasce cosa, ci ritroviamo ogni anno ad animare tre o quattro celebrazioni nuziali di amici, ma anche di amici di amici.
Arriviamo da parti diverse del nord Italia, apparteniamo a parrocchie differenti e sappiamo bene quanto ogni comunità riarrangi a piacere i vari brani liturgici, ma ciò non ci limita a trovarci due o tre volte l’anno per unire le nostre voci e conoscenze musicali per costruire un nostro repertorio ed essere pronti quando arriva una richiesta. La cosa più bella è che la comunione creata grazie alle proposte che abbiamo vissuto insieme, l’unione nella fede e l’intento di prestare un servizio facilitano le nostre poche prove e ci permettono di rendere un servizio curato.
Questo "coro" un po' particolare non ha un tariffario, chi ci chiama versa un'offerta libera e insieme decidiamo di destinare ciò che viene offerto a qualche opera di carità. Lo scorso anno abbiamo devoluto circa 1550 euro alla Fondazione Meulì per sostenere due progetti in Etiopia.
C’è chi mette a disposizione la sua voce, riusciamo così a proporre anche qualche brano in polifonia; chi offre il suo saper suonare uno strumento e allora abbiamo tastiere, chitarre, flauti, qualche semplice percussione e c’è chi ci aiuta in modo quasi professionale per la parte tecnica di amplificazione. Tutti insieme formiamo un’unità che riesce a proporsi nella semplicità per animare un giorno importante della vita e del cammino di fede degli amici.
Credo fermamente che cantare in coro sia una palestra di vita: devi saper accogliere l’altro, porti in ascolto, diventare parte di un unico corpo facendo in modo che il tuo essere non sovrasti quello dell’altro, ma si amalgami in armonia. Devi studiare la tua parte con costanza, applicarti per dare il meglio affinché il tutto sia completo e ben eseguito. Devi fidarti di chi di volta in volta guida il canto, perché un buon coro ha bisogno di seguire una guida lasciando che la sua voce sia suonata da chi mette insieme il tutto. E devi imparare a pregare ciò che canti, perché l’esecuzione vive dell’intenzione e uno dei commenti migliori che una persona che ha ascoltato il tuo coro durante una liturgia possa fare è: “grazie al vostro canto ho potuto meditare e pregare meglio”. Tecnicamente saremo sempre un poco imperfetti, ma ciò che mettiamo al primo posto nel nostro servizio è pregare bene, pregare insieme e accompagnare mente, cuore e anima di chi ci ascolta verso l’infinito e oltre. Quando ci riusciamo siamo davvero soddisfatti perché è questo l’obiettivo del nostro canto: elevare con il canto l’anima a Dio.
Alessandro
ps. Se leggendo ti abbiamo incuriosito e vuoi farci il dono della tua voce e della tua compagnia, noi ti aspettiamo scrivici a info@cascinamariet.org
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