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Dire si agli esercizi spirituali


L’autore italiano Erri de Luca, non credente ma amante e studioso della Sacra Scrittura scrive riguardo a suoi amici: “vedo le vite degli amici cattolici non riconducibili a una loro buona indole o volontà, ma scavate da un’impronta digitale”.

Che bello portare l’impronta di Dio e ancor più bello che la nostra vita, il nostro stile, i nostri gesti, la nostra ferialità lasci trasparire questa impronta affinchè altri la possano riconoscere e a volte addirittura esserne contagiati.

Troppe volte le nostre giornate sono un insieme di incastri perfetti di cose da fare, di luoghi da raggiungere... di gente da incontrare, di figli da portare… tutto con tempi perfettamente scanditi e non dilatabili. Ritmi così incalzanti che a volte non contemplano tempi da dedicare a incontri casuali che difficilmente sappiamo vivere come opportunità ma solo come un imprevisto da gestire e con cui “tagliare corto”.

Ma in tutta questa corsa, queste mille cose da fare e tempi da rispettare Dio dove sta? Ci ricordiamo di Lui? O forse lo releghiamo esclusivamente al tempo della messa domenicale? In fin dei conti Dio cosa c’entra con la nostra ferialità? Proprio tutto!

Sant’Ignazio di Loyola, colui che ha ideato gli esercizi spirituali scrisse: “Agisci con la migliore competenza e diligenza, come se tutto dipendesse da te. Ma insieme confida nella forza e nell’aiuto di Dio, sapendo che tutto ti è donato da lui”.

Quanta bellezza assumono le nostre giornate se riusciamo a maturare la consapevolezza che non siamo i padroni della nostra vita ma tutto è dono! Quanto cambia il nostro sguardo sull’esistenza, se abbiamo la certezza di non essere soli ma che possiamo mettere tutto nelle mani di Dio e che non mancherà la sua presenza, la sua vicinanza, la sua tenerezza, la sua compassione, il suo amore nella nostra quotidianità qualsiasi essa sia, dentro le nostre relazioni con le persone care, con gli amici e con chi casualmente incrocia la nostra strada.

È una grande conquista che nasce solo quando con Dio abbiamo un rapporto profondo, sincero, costante e libero; come tutte le relazioni, anche quella con Lui va coltivata, va curata e custodita. Occorre quindi che noi impariamo a dedicare tempo per Lui anche quando ci sembra impossibile dentro i ritmi frenetici, dentro il rumore della vita. Dio a volte può anche urlarci a squarciagola che noi non riusciamo neppure a sentirlo. Occorre fare silenzio e liberare il cuore per lasciare spazio alle sue Parole di vita. Dire di sì agli esercizi spirituali vuol dire rispondere a un Dio che ci chiama perché possiamo respirare un po’ di Lui, vuol dire lasciare che lui semini abbondantemente nella terra fertile del nostro cuore perché la nostra vita abbia un nuovo profumo in famiglia, al lavoro, con gli amici, nella parrocchia; vuol dire lasciarsi modellare dall’opera del suo Spirito perché facciamo nostro il suo stile per diventare nuove creature. Non lasciamoci frenare dall’idea che gli esercizi siano per i più bravi, per i fedelissimi, per chi è un “abitudinario” di incontri di preghiera organizzati. Dio sa di cosa abbiamo bisogno e ci chiama per stare alla Sua presenza, per abbeverarci al suo pozzo affinchè da lui possiamo attingere “acqua viva” per la nostra vita. Sperimentiamo la bellezza di questo tempo prezioso che ci viene offerto e torneremo alle nostre cose di tutti i giorni non come le abbiamo lasciate: magari ci sembrerà di aver portato a casa poco perché custodiamo nel cuore solo un pensiero o addirittura una sola parola. Non importa! Non rimaniamo delusi se rientrati a casa tutto ci sembrerà essere come prima, se ci riscopriamo fragili, incoerenti e peccatori… Come il seme anche la Parola di Dio ha bisogno di tempo perché dia frutto, ha bisogno che noi ne facciamo continuamente memoria, che la riprendiamo, la mastichiamo per farla nostra e abiti la nostra vita. E non dimentichiamoci che Dio conosce le nostre fragilità, le nostre incoerenze, le nostre contraddizioni: possiamo arrivare la sera a mani vuote, stanchi e delusi ma ci deve confortare e rassicurare la certezza che Lui ci attende a braccia aperte e ci invita a rimetterci in gioco con fiducia e speranza il giorno seguente.

Si è proprio così! Dio è un amante paziente e instancabile che non rinuncia a offrire a ciascuno il suo amore grande e incondizionato: se ci perdiamo è allora che viene a cercarci , se ci sentiamo feriti dalla vita è allora che, come il buon samaritano, cura le nostre ferite, se lo rinneghiamo è allora che sa attendere il nostro ritorno affinchè possiamo riprendere a condividere il cammino e gustarne la sua buona compagnia!


Grazia – Esercizi spirituali 24. 25. 26. giugno 2016


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