Ciao caro Luigi,
ciao “Gino” come ti chiamavano in famiglia e come io ti chiamavo,
cosa dire? Un grande vuoto. Ma questa assenza è già vicinanza perché son certo che ci stai accompagnando ancora.
Ieri ho avuto modo di incontrarti, silenzioso in un certo senso, come spesso ti accadeva.
Ho potuto dirti quello che ho nel cuore e ho potuto darti, sulla tua testa con tanti capelli, quei buffetti con la mano, come facevo spesso quando ci incontravamo e tu ti giravi e mi sorridevi.
Quante immagini ho rivisto. Le prime quelle delle tante volte insieme quando vedevo da dietro il tuo zaino e le tue larghe e pelose spalle, tu in testa al gruppo dei ragazzi che guidavi verso la meta scelta. Tu che sempre mi dicevi: “Si, mi stago davanti, però no farme parlar mi coi tosati. Pensighe ti”.
Insieme, in Terra Santa, a Santiago di Compostela, ai campi famiglia estivi e ancora, insieme, nei giorni dell’8 dicembre 99 a Roma in preparazione al giubileo. Insieme ancora agli esercizi spirituali, all’esperienza di “tra le case”.
Ricordo con tenerezza le tue lacrime quando hai ricordato la figura di tuo padre quando eravamo, insieme, al campo di Bossico, campo che io ho definito del “geriatrico” dato che eravamo tutti ragionevolmente grandicelli.
Ci siamo conosciuti con Pia nel 98 a quel primo campo giovani al quale abbiamo partecipato con sr Agnese e sr Giovanna a Pejo in val di Sole e da allora noi ci siamo più mollati.
E siamo stati insieme a Cascina Mariet per “ora et labora” in tante primavere dove le donne oravano e noi, con Franco, meno ora e più labora per aver cura dei meli, della vite e del glicine, dell’orto e a fare i lavori che ci venivano chiesti dalle sorelle suore.
Insieme ancora a Belluno all’istituto Sperti da sr Marianna e la sua comunità. Ci siamo stati recentemente e “non c’era un momento di tregua” o quasi per le tante cose da fare e tu sempre a testa bassa. Li, da alcuni anni ormai, hai approntato il presepio (una delle tue grandi passioni), tu ideatore e direttore lavori, io e Franco manovali. Che dire se già a Natale 2019 ci hai detto: “Il presepe per il 2020 è già pensato”. Miriam ieri ci ha detto che tra le tante cose che in questo ultimo tempo hai anticipato c’è anche il presepe per Belluno che è già pronto (6/8 metri quadri di struttura), basterà portarlo. E lo porteremo Gino. È un impegno.
Sono orgoglioso di una cosa: Miriam mi ha detto che si arrabbiava con tutti quelli che lo prendevano in giro o lo contraddicevano (faceva parte del suo carattere). Io solo avevo il privilegio di poter dire e lui accettava. In effetti tanto ti prendevo in giro e ridevamo insieme.
Un canto ci ha accompagnato in tutti questi anni, noi amanti delle alte vette.
Signore delle cime.
Dio del cielo, Signore delle cime
Santa Maria, Signora della neve
su nel Paradiso
lascialo andare
per le tue montagne.
Così ti penso lassù, accolto dal Padre, che cammini tra chi ti ha preceduto,
con Cristo, Maria, Bartolomea e Vincenza e Walter.
Ciao Luigi, ciao Gino, te voio ben!
Anzi, mejo, arrivederci.
"Finché avrò fiato voglio adoperarlo a favore dei miei fratelli.
(Santa Bartolomea, lettera 231)
Paolo
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