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Dentro un cammino

Aggiornamento: 8 giu 2020

Nono ritrovo della Fraternità spirituale Capitanio e Gerosa del 16 - 17 maggio 2020 (online)


Per il settantesimo anniversario della canonizzazione delle nostre sante Bartolomea e Vincenza si erano pensate varie manifestazioni ed eventi che sono stati travolti da una realtà nuova e difficile. La prima reazione per molti di noi è stata di pensare a quante cose non ci era più permesso di fare e immaginare desiderosi quando e come avremmo potuto ricominciare a farle. Un miscuglio di nostalgia e desiderio che spesso rischia di svuotare il richiamo forte ed attuale delle nostre Sante ad operare nel presente la Carità che Gesù ci ha insegnato.

Nella stessa situazione si sono trovati gli organizzatori del nono ritrovo della Fraternità spirituale delle sante Capitanio e Gerosa, che anche quest’anno si sarebbero dovuti incontrare presso il Santuario di Lovere per rinnovare la propria appartenenza ed impegno all’interno di questa comunità di laici e consacrati, che nove anni fa ha trovato battesimo all’interno della congregazione delle suore di Carità. La fraternità è costituita da un gruppo di persone unite dalla fede in Cristo e dal desiderio di custodirla nel carisma identificato dalle nostre sante; persone che di fronte all’audacia di Bartolomea (simboleggiata dall’aquila) e alla concretezza di Vincenza (simboleggiata dal bue) hanno risposto: ‘eccomi, oggi posso esserci anche io’. Proprio questo ‘OGGI IO POSSO’ è stata l’intuizione del ritrovo di quest’anno perché ne ha ispirato l’organizzazione divenendo contenitore e contenuto di quello che si è rivelato un prezioso momento di fraternità.

Costretti fra decreti, raccomandazioni e notiziari , gli organizzatori hanno ritenuto che l’unica via percorribile fosse realizzare un incontro in via telematica, non senza la consapevolezza che la tecnologia spesso si rivela complicata e fredda. Fortunatamente all’interno del gruppo i più giovani si sono rivelati capaci di padroneggiare software, filmati e maldestri utilizzatori, con un risultato che ha sorpreso tutti i partecipanti.


L’appuntamento è stato fissato su zoom per sabato 16 maggio alle 21:00 e sullo schermo dei nostri dispositivi a poco a poco sono apparsi più di un centinaio di contatti: amici, suore della Carità e famiglie che avevano risposo all’invito. Ovviamente è stato fin da subito un delirio di saluti e battute con dialoghi assolutamente incomprensibili, ma con una sensazione nuova e piacevole di poter rivedere tutti contemporaneamente, ognuno nella propria abitazione, consapevoli che seppure in modalità diverse avevamo camminato lungo una strada nuova e ripida. Poi il potere della tecnologia ha ammutolito le folle e Suor Agnese ha potuto introdurre l’incontro riportandoci subito al significato della nostra fraternità, che muove i primi passi verso esperienze che la nostra Bartolomea Capitanio chiamava Pie unioni: non quindi un’unità di azione, ma comunione di fede e stile di vita. A questo punto sono state proposte quattro video-testimonianze dove alcuni membri della fraternità hanno condiviso la propria esperienza nei mesi della pandemia: chi in ospedale, chi in una casa per Suore anziane, chi fra le mura di un appartamento in città, chi tra le case di un paese lontano come il Brasile. Pezzi di vita di fratelli e amici che hanno regalato a tutti uno sguardo speciale sulla propria quotidianità. Perché in questo ‘io posso oggi’ c’è proprio lo sguardo stupito per una quotidianità che ci è donata in ogni tempo, nella salute e nella malattia nell’allegria e nella disperazione perché noi possiamo portare molto frutto e al termine del giorno consegnarlo a Dio non come nostra opera ma come azione dell’appartenenza alla vita di Gesù.


E’ seguito un momento di preghiera con l’ascolto della parola di Dio; per chi non l’aveva ancora riconosciuto, quell’uomo che sapeva riempire una telecamera ancora meglio di quanto sapeva riempire il palco del teatro Crystal di Lovere era Don Claudio (ex curato di Lovere, ora uno dei responsabili della pastorale diocesana della diocesi di Brescia). La parola del vangelo di Giovanni 15 si è fatta concreta: i servi e gli amici della scrittura sono divenute le scelte della nostra vita quotidiana; il tempo della segregazione è diventato tempo Vocazionale di comunione, nel quale insieme siamo tutti chiamati a verificare la profondità delle radici della propria vocazione di laici e consacrati.

Al termine della preghiera, arricchita dai canti magistralmente realizzati in diretta da alcuni amici da casa, tutti sono stati invitati ad un incontro di condivisione per il giorno successivo in gruppetti più piccoli. La domenica sera, infatti, c’è stato spazio per la condivisione personale e per incontrare amici di vecchia data ma anche nuove persone che per la prima volta partecipavano.

Al termine un piccolo segno: simbolicamente sono stati realizzati nove nodi su uno spago, a ricordare i nove anni della Fraternità, alzando lo sguardo verso l’anno che ci attende. Nella consapevolezza che anche questo sarà fatto di tanti piccoli passi possibili con i fratelli che ogni giorno diranno il proprio Eccomi e la sera, come Maria, magnificheranno il Signore per l’abbondanza dei suoi doni nella nostra umile e fragile vita.


Andrea


Link degli incontri:




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